Interstellar

In un futuro prossimo all’esaurimento delle risorse planetarie e flagellato da improvvise e colossali tempeste di sabbia su scala planetaria, l’ex-pilota Nasa Cooper (Matthew McConaughey) viene a coinvolto in un progetto di esplorazione spaziale volto alla scoperta di nuovi mondi colonizzabili dal genere umano. Ovviamente l’impegno è ad altissimo rischio ma anche se  la partecipazione prevede la rinuncia a tutti gli affetti familiari a causa dei lunghissi tempi di missione, il pilota non si tira indietro, nella speranza di poter garantire ai suoi figli un futuro oltre l’oblio a cui la terra sembra irrimediabilmente condannata.

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Senza sapere granchè di questo film, sono entrato in sala confidando nella sinossi a sfondo fantascientifico e nell’ottima opinione che ho del regista Christopher Nolan fin dai tempi di Memento. Purtroppo, come anche successo in occasione di Inception, mi ritrovo a commentare una pellicola che benchè dotata di spunti interessanti ed a tratti estremamente appagante a livello visivo, ho trovato piuttosto deludente sotto diversi punti di vista. Primo: l’estenuante lunghezza complessiva, con una buona ora abbondante di pellicola francamente priva di ogni contenuto, funzionale solo ad un successivo reinserimento nel tessuto narrativo. Secondo: la fin troppo azzardata e persistente commistione fra scientifico e soprannaturale che fin dall’inizio non troverà mai un preciso compimento in termini adeguati. Cosa sia questa piaga che imperversa, da cosa esce questo wormhole, come si finisce dove si finisce: va bene che è un film ma non è che uno può buttare lì cose a caso, mischiare tutto e giustificarle approssimativamente sul finale impacchettando tutto come una balla ben infiocchettata.

Insomma, si può concedere alla pellicola l’intento molto audace di esplorare un soggetto così difficile condendolo con sommarie analisi psicologiche e randomiche dissertazioni sullo scontro fra umano istinto di autoconservazione ed egoismo, aspetti forse in grado di ravvivare qua e là la godibilità complessiva del film ma non certo sufficienti a fare di questo film un prodotto ben riuscito e memorabile.

p.s.: la recensione più interessante che ho finora trovato è pubblicata su nationalgeographic.it

p.p.s.: Ah Nolan, arivi tardi :D

About funkoolow

Il sottoscritto nasce nel '77, dall'altra parte del mondo. Dopo un utilissima laurea in filosofia con tesi sul diritto d'autore in epoca digitale, partorita grazie al supporto di un docente d'italianistica particolarmente illuminato, finisce a lavorare come grafico, programmatore e stampatore clandestino in una piccola azienda di paese, oltre a figurare come collaboratore di LUG locale e pseudo fondatore di una webradio già naufragata. Il suo vero obiettivo finale resta rompersi talmente tanto le palle di tutto il casino che gli si è creato intorno da essere costretto a tornare nei natii loci e ricominciare faticosamente tutto da capo - e fortunatamente sembra che in questo senso, i tempi stiano subendo una drammatica accelerazione.